Bambino disabile:MARCO;educatrice:ANGELA
Uno dei temi che abbiamo toccato che mi ha colpito molto è quando Angela ci ha parlato di Marco. La sindrome di Marco
riguarda una compromissione qualitativa dell'interazione sociale,della
comunicazione e delle modalità di comportamento in diverse attività.
Stabilire un contatto con il bambino è il primo punto fondamentale
quando ci troviamo nel caso di Marco,bisogna diventare il suo punto di
riferimento. Angela ha avuto le prime soddisfazioni quando ha presentato
a Marco certi giochi cm le piume da lanciare dal tavolo,i pesci
plastificati da mettere nell'acqua,le bolle di sapone,i brillantini da
buttare nell'acqua con il sapone x i piatti,la spugna e la cannuccia x
fare le bolle. Viene costruito un ottimo rapporto grazie alla
costanza,la fantasia e la creatività e fidarsi delle prese dati,servono
ad avere uno schema "scientifico" di ciò che si sta cercando di
ottenere. Il primo rapporto da curare è quello con il bambino poi di
conseguenza cin il rapporto con la famiglia. Quando la famiglia si rende
conto che c'è una relazione,un lavoro costante e puntigliante e vede
che il bambino sta bene si costruisce il rapporto con la famiglia.
Bisogna dare un quadro realistico della situazione senza dire alla
famiglia non ce la faccio. Lo scopo è quello di lavorare sempre in
positivo,bisogna avere una visione prospettica rispetto agli
obiettivi,alle attività che vengono fatte in modo da restituire un
quadro reale ma positivo,che i genitori sentano che da parte
dell'insegnante c'è la convinzione di arrivare fino in fondo,che porta
il lavoro avanti con degli obiettivi precisi. Un'altro punto importante
con la famiglia è quello che spesso nei casi di disabilità ma nello
specifico di Marco,l'intervento educativo riguarda sulle competenze del
bambino ma anche sul supporto dei ritmi famigliari,esempio Marco ha
disturbi del sonno oppure un'altro problema è il cibo,Marco segue una
dieta x ciliaci. Un punto importante nel lavoro a scuola è il rapporto
dell'educatrice con le altre colleghe,perché ci si mette d'accordo su cm
fare entrare in questo caso Marco con tutti i suoi bisogni e necessità
nel gruppo degli altri bambini,perché Marco ha delle capacità
limitate,l'obiettivo è che quando si fa il cerchio tutti insieme Marco
non si deve tenere in disparte. Quando si fanno gli incontri c'è il
servizio sociale(la neuropsichiatra),l'educatrice,il direttore e il
consulente x l'autismo,e in questa situazione bisogna essere molto
professionali,dove il ruolo dell'educatrice è fondamentale. La cosa
importante è non farsi prendere dalla propria emotività. La
documentazione è un dato importante anche x la famiglia. Bisogna aiutare
i bambini a costruire un'idea di Marco con la sua patologia che sia
reale è importante perché poi insieme a quei bambini Marco farà un
percorso lungo. I bambini devono imparare cosa significa essere
diversi,che ci sono diversi tipi di diversità,che essere diversi a volte
rende le cose + complesse ma che a volte le rende + interessanti. Marco
cm noi ha diritto di essere considerato x quello che è realmente non
considerato alla luce del pregiudizio che abbiamo di Marco.
Ciao Francesca. Secondo me hai fatto molto bene a scrivere una testimoaninza, perché è proprio dalle esperienze che le altre persone hanno vissuto, ci possono aiutare a caire e comprendere meglio il lavoro che andremo a svolgere (ovviamente in questo caso!) Sono d'accordo che con questi bambini, ( ma anche con altri), bisogna avere una gran pazienza, ma soprattutto metterci impegno e molta fantasia, per stabilire un giusto contatto con loro.
RispondiEliminaCiao Francesca, come Chiara, è importante poter leggere testimonianze di chi fa esperienza sul campo xk nn basta slo conoscere a livello teorico o medico certe situazioni, perchè quando si deve passare all'azione pratica quelle informazioni possono esr utili in una minima percentuale se poi nn si riesce a creare un contatto con il bambino
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